“Spett. Fiberdroid…”
Non capita tutti i giorni che Google, la vera e unica Google, scriva direttamente ad una azienda Italiana. O almeno, per noi era qualcosa di inedito. Quando abbiamo letto la lettera non riuscivamo a crederci: qualcuno da Mountainview si era accorto di Fiberdroid. L’emozione era così tanta che per un attimo abbiamo pensato fosse uno scherzo. “Spett. Fiberdroid…”, il comunicato iniziava così. Per mettere a fuoco la parte seguente abbiamo avuto bisogno di tempo per riprenderci.
Rischio ambiguità
La lettera parlava chiaro. La preoccupazione di Google e dei suoi legali che l’assistono era che Fiberdroid, il nome della nostra azienda, si potesse confondere con il sistema operativo per gli smartphones. L’assonanza forse ci può stare: Fiberdroid, Android. È comprensibile che il gigante informatico pensasse ad evitare questa confusione. Milioni di consumatori nel mondo scelgono questi device. Ad oggi, Android è il sistema operativo più diffuso al mondo: quasi tre smartphones su quattro lo montano di default. Insieme agli iPhone, gli smartphones Android hanno reso familiari icone, cartelle e app a consumatori di tutte le età.
Però, a parte l’assonanza, il rischio di confusione, secondo noi di Fiberdroid era pressoché nullo. Certo, c’è quel “droid” in comune. Come d’altronde lo è con i robot dell’universo narrativo di Star Wars. Potremmo confondere uno smartphone di ultima generazione con i nostri amati R2D2 e C-3PO? Improbabile, anche se in entrambi i casi si tratta di miracoli della tecnologia.
Il fatto è che il termine “androide” è molto più antico di quanto si pensi! Noi lo abbiamo scoperto quando ci siamo dovuti informare meglio sulla possibile confusione tra i marchi Android e Fiberdroid. La parola deriva dall’unione di andros, uomo, ed eides, forma: androide è dunque una forma antropomorfa, in grado di comportarsi come un essere umano. Sembra che già Alberto Magno, un dottore, avesse usato questa parola nel 1270. Già nel 1837 si parlava dei primi androidi, degli automi in grado di giocare a scacchi. I primi androidi brevettati negli Stati Uniti nel 1863 erano piccoli giocattoli antropomorfi in grado di compiere delle semplici azioni. “Droide” è poi la parola che Lucas ha adottato per descrivere i robot avanzatissimi, ultimi negli esempi di uomini artificiali.
Anche in Google, il termine Android è arrivato in maniera curiosa, quando il gigante di Mountainview ha acquisito Android Inc, fondata da Andrew Rubin. Pare che “android” fosse il suo soprannome quando ancora lavorava da Apple per la sua passione per i robot.
Fiberdroid, un nome, una garanzia
E Fiberdroid come nasce?
Quando è nata la nostra impresa volevamo un nome che restasse in mente. E che chiarisse bene cosa facciamo. Fiberdroid si occupa di telecomunicazioni e sfrutta tecnologie di ultima generazione. Noi oltre a portare internet, forniamo servizi evoluti e anche con il supporto dell’intelligenza artificiale.
Per garantire la qualità del nostro servizio ed essere in grado di risolvere le emergenze delle nostre aziende clienti, abbiamo bisogno di configurare le nostre infrastrutture affinché siano il più possibile automatizzate. Automatizzate, come gli automi antropomorfi; come degli androidi. Quindi, droid, androide.
Fiber. Droid. Fiberdroid.
Siamo noi.
Essere amici di tutti: i buoni accordi prima di tutto
E allora, Android e Fiberdroid si possono confondere? Secondo noi, questo non era possibile. I sistemi Android si rivolgono al grande pubblico di consumatori. Noi di Fiberdroid ci rivolgiamo alle imprese. In Italia, già migliaia di aziende, piccole, medie e grandi, ci hanno scelto per le loro connessioni ad internet, per il centralino cloud e per il VoIP. Due mercati diversi; due servizi diversi.
Come avreste risposto alla comunicazione di Google?
Noi di Fiberdroid crediamo che, quando si fa impresa bisogna concentrarsi sul valore che si riesce a creare. E che due cose sono importanti: dare la migliore immagine di sé, soprattutto quando si è orgogliosi di quello che si fa; e stringere i migliori rapporti possibili con chiunque. Siamo un’azienda che vive in un ecosistema. Collaborare ed essere in buoni rapporti con tutti è importante. A volte può essere complicato; a volte invece, c’è bisogno di farsi guidare da qualcuno più esperto di noi.
Grazie alla guida e supporto dello studio di avvocati di Safety Brand, Noi di Fiberdroid e Google supportato dai loro legali, siamo riusciti a raggiungere un accordo unico e prezioso a nostro favore, il quale ci ha consentito e consentirà di continuare ad operare con il nostro marchio oltre a poterlo registrare all’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti.
Un buon accordo è quello che trasforma una possibile incomprensione in una piacevole esperienza. E le piacevoli esperienze possono diventare racconti, come questo, che spiega come noi, una giovane impresa italiana di telecomunicazioni abbia raggiunto un accordo con Google, uno dei fari dell’innovazione tecnologica mondiale che tutti noi apprezziamo e stimiamo.