Un’offerta speciale per i nostri clienti
Noi di Fiberdroid siamo grati a tutti i clienti che ci scelgono ogni giorno. Sappiamo che è un compito importante quello di farvi navigare velocemente e con tranquillità in ogni condizione. È il nostro compito e lo facciamo al meglio.
Crediamo che la fiducia si conquisti nel tempo e che è importante creare valore. Per questo abbiamo una sorpresa per voi. Soprattutto se da bambini giocavate con gli areoplani o sognavate di fare il pilota
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La Pepsi, un jet e una pubblicità maldestra
Le raccolte a punti sono un buon strumento di marketing. Premi allettanti entusiasmano e fidelizzano i consumatori: se la pubblicità è l’anima del commercio, il concorso è il fedele alleato di ogni marchio. A patto che questa iniziativa ottenga la fiducia dei consumatori. Nel 1996, la Pepsi si è accorta di come, in accordo alla legge di Murphy, se qualcosa può andare storto, lo farà.
La raccolta a punti Pepsi Stuff, era una formula collaudata delle campagne di fidelity: quante più bevande consumate, tanti più i punti accumulati che avrebbero permesso di ottenere premi via via più importanti. Il 1996 era l’anno della XXVI Olimpiade, organizzata ad Atlanta, proprio in casa della Coca-cola. E la rivale di sempre aveva deciso di fare le cose in grande, costruendo la Coca-Cola Olympic City, un quartiere con attrazioni sportive e tecnologiche che presentavano i primi prototipi di realtà virtuale. A metà anni Novanta, l’economia americana era in forte crescita e, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, poteva contendersi i mercati degli ex paesi socialisti. Affermare il proprio marchio era una questione importante.
I premi che la raccolta Pepsi Stuff offriva in palio erano pensati per lo sport e la vita all’aria aperta: con sessanta punti si poteva ottenere un berretto da baseball; con ottanta una t-shirt; con centoventi, un pallone; e via via a salire, fino a dei sandali e un orologio da polso. I premi più importanti nel catalogo erano una giacca di jeans a quattrocento punti, una in pelle a millequattrocento e una mountain bike, a oltre tremila. Raccogliere tutti quei punti non sarebbe stata un’impresa facile, visto che sull’Incarto della bottiglia da due litri ce n’erano solo due e un pacco da dodici lattine ne faceva guadagnare cinque. Ottenere il premio più alto entro la fine della campagna a premi sarebbe stato difficile.
A incitare i consumatori, Pepsi aveva dato risalto alla campagna, trasmettendo in televisione la pubblicità della raccolta a punti. Fin qui, tutto secondo il manuale: 45 secondi di spot in cui un adolescente, vestito con i premi del concorso si preparava per andare a scuola a bordo di un Harrier Fighter, il primo jet capace di effettuare decollo e atterraggio in verticale, diventato famoso durante la Guerra del Golfo. Sotto l’aereo, la pubblicità indicava il nome del velivolo e la scritta “sette milioni di punti pepsi”. Una cifra così alta che chiunque avrebbe accettato lo scherzo.
Tutti, tranne John Leonard, uno studente di economia ventunenne con la passione per il volo. Il quale, studiato nei minimi particolari il regolamento del concorso, aveva scoperto che i punti potevano anche essere acquistati, oltre che raccolti. Da lì a convincere potenziali investitori il passo non fu lungo: a fronte di un investimento di 700 mila dollari, avrebbero potuto ottenere un aereo da oltre trenta milioni di dollari, se fossero riusciti a costringere la Pepsi a tenere fede a quello che loro interpretavano come un impegno formale.
Della storia se ne è occupata anche Netflix, che ha prodotto il documentario “Pepsi, dov’è il mio jet?”, in cui, oltre all’epilogo scontato sono illustrate anche le conseguenze della campagna a premi e di come la società di Soft drinks dovette correggere lo spot e chiarire che quella del jet in palio era solo uno scherzo.
Il sogno di volare
La storia di John Leonard e della raccolta Pepsi Stuff, di cui non vi sveliamo il finale, può far sorridere. Quello che qualunque adulto avrebbe registrato come una normale esagerazione pubblicitaria, per un giovane ostinato era anche un richiamo: volare su uno degli aerei più straordinari dell’epoca. La passione, si sa, può far fare grandi cose. E volare è di sicuro qualcosa che ispira forti passioni.
Anche perché non c’è un unico modo di volare. Dall’ebbrezza del parapendio al volo in ultraleggero, passando per gli alianti e arrivando fino alle evoluzioni dei jet, stare “per aria” è qualcosa che merita di essere provato.
Anche per chi è sempre rimasto a terra, oggi sembra una cosa normale che l’uomo possa spiccare il volo. Eppure, è da meno di centoventi anni che riusciamo a fare una cosa che abbiamo sognato da millenni: volare come gli uccelli, a velocità e altezze impensabili. Il primo volo a motore dei fratelli Wright è del 1903, dopo che innumerevoli persone ci hanno provato. In meno di settant’anni siamo passati da pilotare aerei a camminare sulla luna. Eppure ancora oggi, un velivolo qualsiasi che vediamo volare davanti a noi è in grado di farci sognare quella leggerezza che solo chi ha avuto il suo battesimo dell’aria può raccontare con orgoglio.
La promozione di Fiberdroid
Quella del volo è una passione che noi di Fiberdroid comprendiamo bene.
Nel nostro team, chi non ha il brevetto di pilota, ha di sicuro la mania. E non solo delle simulazioni al computer. Nel nostro ultimo evento aziendale abbiamo potuto provare l’ebbrezza del volo in aliante, grazie alla collaborazione di André Claude Benin, Founder di Fiberdroid, e del comandante Massimo Milano con l'Aeroclub Valle d'Aosta.
Parlare delle proprie passioni è una cosa bella. Condividerle è ancora meglio.
È per questo che Fiberdroid ha pensato anche ai suoi clienti. Grazie alla collaborazione con l’A.S.D. Jet Fighter Training, oggi siamo in grado di offrire anche a voi l’occasione di volare su un vero aereo da caccia.
Acquistando un pacchetto in promozione con #JetFiber avrete la possibilità di effettuare un volo su un vero L-39 Albatross, l’aereo di addestramento avanzato su cui si sono formati per trent’anni i piloti di mezzo mondo. Non è un concorso: ci crediamo davvero. E vogliamo che ognuno di voi possa provare questa esperienza acquistando le soluzioni che aderiscono a questa promozione.
Nella cornice delle montagne della Valle d’Aosta, in una delle migliori location per il volo acrobatico, potrete vivere davvero l’emozione di un volo a reazione. Salire sopra le cime alpine più alte in pochi secondi non è una cosa da tutti i giorni.
Per noi la velocità è importante tanto quanto l’affidabilità e chi sceglie le nostre connessioni lo sa. Con #JetFiber Vi regaliamo di più, un’esperienza indimenticabile.
Navigate con Fiberdroid su internet: vi faremo volare oltre la Vostra immaginazione.